venerdì 27 febbraio 2009

IL RISIKO DELLE RINNOVABILI

ACQUA, SOLE, TERRA, VENTO: FONTI DI ENERGIA RINNOVABILE CHE DIVENTANO PREZIOSE CON LA PROGRESSIVA DIMINUZIONE DELLE RISERVE DI GAS E PETROLIO. MA LA SFIDA PER LO SVILUPPO DI TECNOLOGIE PULITE E PER L’ACCAPARRAMENTO DI RISORSE UTILI AL BUSINESS VERDE APRE NUOVI SCENARI NELL’IMMEDIATO FUTURO.

L’India ha appena comprato terreni in Brasile per 600 milioni di dollari che saranno coltivati a canna da zucchero per la produzione di bioetanolo, un carburante in grado di sostituire la benzina completamente o parzialmente. Finora la nazione che ospita la foresta Amazzonica è l’unica a produrlo a costi di mercato competitivi. Eppure la fame di etanolo sta accelerando il cambiamento di destinazione dei suoli coltivati verso le richieste internazionali, limitando i terreni destinati a colture alimetari. E, contemporaneamente, aumenta la pressione per la deforestazione. Sono tendenze che rischia di contrastare gli sforzi del governo brasiliano per tutelare la natura: il presidente Lula ha promesso che entro l’anno prossimo sarà ridotto del 20% il taglio indisriminato degli alberi. E in meno dieci anni si dovrebbe arrivare a una diminuzione del 72%. In Brasile, comunque, già circolano vetture con motore flex fuel (etanolo e benzina): una tecnologia che potrebbe diventare estremamaente competitiva se le riserve di greggio dovessero calare o diventare troppo costose. Ma, allo stesso tempo, la domanda per canna da zucchero e mai ha fatto lievitare i prezzi dei generi alimentari fino al 140 per cento, secondo la Banca mondiale.

Il sole, invece, continua a splendere in California, dove i fondi di “venture” capital investono sulle tecnologie verdi. E, in particolare, sui pannelli fotovoltaici. Quelli che sfruttano il sicilio garatiscono un rendimento del 15 per cento, ma sono ancora costosi. Proprio dal silicio prende il nome la Silicon Valley: è utilizzato nella maggior parte dei componenti di microelettronica, dai chip alle schede integrate. Multinazionali dell’hitech e piccole aziende hanno trovato sostegno nel governatore Arnold Schwarzenegger (le leggi californiane sono tra le più attente all’ambiente negli Stati Uniti, in materia di emissioni e di incentivi) e nelle potenti lobby ecologiste (come il Sierra club). Ora la tecnologia più promettente per i pannelli fotovoltaici sembra quella del “film sottile”, ma necessita di minerali e metalli rari di cui è ricco il sottosuolo di alcune nazioni dell’Africa centrale e orientale, teatro di guerre sanguinose negli ultimi anni.

Lo sfruttamente delle risorse idriche, invece, sta sollevando dubbi sulla gestione dello sviluppo in Indonesia: il Citarum è uno dei fiumi più inquinati al mondo, architrave di un ecosistema che garantisce la sopravvivenza di 28 milioni di persone. Ma alimenta anche una diga che da sola soddisfa il 20 per cento del fabbisogno nazionale. Per le comunità locali che vivono lungo le rive del fiume è una zona a rischio: se gli sbarramenti hanno cambiato i ritmi naturali per i raccolti, l’inquinamento rende difficile la pesca. E, ancora una volta, le fonti rinnovabili diventano un’opportunità concreta per tutti se legate a una gestione attenta delle politiche ambientali.

(PANORAMA)

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