venerdì 27 febbraio 2009

NUCLEARE...TRA 50 ANNI L'URANIO FINIRA'...E POI ??

SONO TRASCORSI OLTRE 20 ANNI DAL REFERENDUM CHE, NEL 1987, BOCCIÒ L’USO DEL NUCLEARE IN ITALIA. NONOSTANTE GLI ANNI, LE RAGIONI SOLLEVATE DAL NORISULTANO ANCORA ASSAI ATTUALI: LO SMALTIMENTO DELLE SCORIE, LA SCARSA QUANTITÀ DI URANIO DISPONIBILE, LA PERICOLOSITÀ DIMOSTRATA DA MOLTEPLICI AVVENIMENTI, GLI ASTRONOMICI COSTI CHE COMPORTA... I PROBLEMI SONO RIMASTI, NESSUNO È STATO RISOLTO. CIONONOSTANTE, NEL PERIODO 1992-2005, DEI FONDI PER LA RICERCA E LO SVILUPPO, L’11% È STATO DESTINATO ALLE FONTI RINNOVABILI NEL LORO INSIEME MENTRE IL NUCLEARE HA ASSORBITO OLTRE IL 58%. COME RIPORTA LO STUDIOSO MARCO CEDOLIN: SECONDO LE STIME CORRENTI, LA QUANTITÀ DI TUTTO L’URANIO ESTRAIBILE È NELL’ORDINE DEI 3,5 MILIONI DI TONNELLATE. DAL MOMENTO CHE IL CONSUMO ATTUALE È DI 70.000 BASTERANNO 50 ANNI PER ESAURIRE TALI SCORTETONNELLATE/ANNO (PER COPRIRE SOLO IL 6% DELLA DOMANDA GLOBALE DI ENERGIA PRIMARIA), (CONSIDERANDO CHE CI VOGLIONO ALMENO 10-12 ANNI PER COSTRU I RE UNA CENTRALE NUCLEARE).

Se ci fosse un “ritorno al nucleare” l’esaurimento della risorsa sarebbe, però, ancora più rapido: appena pochi anni. Gli operatori del mercato dell’uranio sanno benissimo che diventerà tra non molto una merce rara. anche un dato quantomeno strano rispetto al nucleare: in questi ultimi quattro anni, il prezzo dell’uranio è salito di circa 20 volte, senza che ci sia stato alcun aumento della richiesta. Allo sviluppo dei reattori di IV generazione (che, secondo i ricercatori, dovrebbe avvenire nel 2030) è affidato il compito di superare questi limiti: tre delle sei filiere studiate sono reattori veloci al plutonio e, tra queste, quella più avanti nello sviluppo è raff reddata con sodio liquido. Il Superphénix, un reattore veloce al plutonio raffreddato con sodio liquido, è stato il più grande fallimento industriale della storia: 13.000 miliardi di lire per un ventennio (a partire dagli anni Ottanta), a cui si devono aggiungere 2,1 miliardi di euro (stimati dalla Corte dei Conti francese per 63 lo smantellamento). Dopo 54 mesi, Superphénix è stato chiuso nel 1994 per i continui incidenti. I cittadini italiani non lo sanno ma hanno pagato, attraverso Enel, il 33% di questa folle spesa.

Le scorie nucleari si possono dividere in diverse categorie in base al loro stato (solido, liquido o gassoso), dal potenziale di radioattività in esse contenuto e dalla durata nel tempo della loro pericolosità. Sostanzialmente i rifiuti radioattivi si dividono in tre gruppi: • le scorie a bassa attività costituite da carta, stracci, indumenti, guanti, soprascarpe, filtri liquidi. Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 200 metri cubi (mc); • le scorie a media attività, costituite dagli scarti di lavorazione, da liquidi, dalle resine di ioni derivanti dalle centrali nucleari, dagli impianti di riprocessamento e dai centri di ricerca. Un tipico reattore nucleare ne produce circa 100 mc l’anno; • le scorie ad alta attività, costituite dal combustibile nucleare irraggiato e dalle scorie primarie del riprocessamento, derivanti unicamente dalle centrali nucleari e dagli impianti di riprocessamento.

Un tipico reattore nucleare ne produce annualmente circa 30 tonnellate che corrispondono una volta riprocessate a 4 mc di materiale. Le scorie a bassa e media attività resteranno pericolose per centinaia d’anni (circa 300) quelle ad alta attività, che pur costituendo il 3% del volume totale rappresentano da sole il 95% della radioattività complessiva, manterranno la loro carica mortale per molte migliaia di anni (fino a 250.000 anni). Periodi lunghissimi, che vanno molto al di là non solo dell’arco di una vita umana, ma anche della possibile durata di una “civiltà” e perfino della storia dell’esistenza umana così per come la conosciamo.

Questi dati dovrebbero bastare da soli a darci la dimensione dell’incommensurabile grandezza del problema con il quale ci stiamo confrontando e dell’assoluta impossibilità della tecnologia scientifica attuale (e con tutta probabilità anche futura) di smaltire in qualche maniera l’enorme carico di materiale radioattivo che anno dopo anno si sta accumulando (come conseguenza dell’attività delle oltre 400 centrali nucleari disseminate sul pianeta). Ogni anno queste centrali, presenti in 31 nazioni, producono migliaia di tonnellate di scorie.5)

Anche nel caso (improbabile) di una perfetta tenuta delle strutture di stoccaggio per tutto l’arco di tempo, subentrerebbe comunque l’altissimo rischio di eventi imponderabili quali guerre, terremoti, alluvioni e incidenti di vario genere, la cui possibilità in un periodo così lungo e per come stanno adesso le cose nel mondo, risulta tutt’altro che remota. Le mappe che indicano i depositi esistenti nel mondo riguardano quasi esclusivamente i rifiuti nucleari a bassa radioattività e viene spontaneo domandarsi cosa ne sia stato delle scorie ad alta radioattività. In realtà, per custodire i rifiuti nucleari ad alta radioattività non è stato fatto assolutamente UN PALAZZO DI PIÙ DI SESSANTA PIANI DI PAURE ATOMICHE LA MAPPA DEGLI 80.000 METRI CUBI DI SCORIE NUCLEARI IN ITALIA nulla.

O meglio, tutto il gotha della tecnologia mondiale ha dimostrato di non avere assolutamente né i mezzi né tanto meno le conoscenze tecnico/ scientifiche per affrontare un problema che travalica di gran lunga le capacità operative dell’essere umano, qualunque siano le competenze tecniche raggiunte.“Rapportarsi con periodi di tempo il cui ordine è quello delle ere geologiche significa abbandonare ogni stilla di realismo, per rifugiarsi fra le pieghe dell’utopia, dell’incoscienza e della pazzia. Nulla e nessuno potrà mai prevedere le mutazioni di ogni genere che riguarderanno il pianeta nei prossimi 100/200.000 anni, né individuare luoghi o spazi adatti a stipare in sicurezza le scorie ad alta radioattività in un futuro tanto lontano”.6)

In attesa di una soluzione che mai potrà essere trovata, le 440 centrali nucleari di cui è costellato il pianeta lavorano a pieno regime e i rifiuti ad alta radioattività vengono semplicemente stoccati in depositi “di fortuna” in attesa di un trasferimento definitivo che non avverrà mai. Il Dipartimento dell’Energia (DOE) americano, per risolvere (in realtà, si tratta piuttosto di “rammendare”) il problema delle scorie nucleari, impiegherà dai 70 ai 100 anni, spendendo dai 200 ai 1.000 miliardi di dollari. Con tutta probabilità, quando il deposito sarà terminato, e cioè non prima del 2015, la quantità di nuove scorie accumulatesi nel corso degli anni (al ritmo di 2.300 tonnellate annue) richiederà immediatamente la costruzione di un nuovo deposito.

Inoltre, studi scientifici effettuati da commissioni non governative hanno dimostrato che, nel lungo periodo, sarà impossibile impedire le infiltrazioni delle acque sotterranee nel deposito.L’attuale stato di conservazione delle scorie nei vari paesi è spesso estremamente precario e anche le più elementari norme di sicurezza non sono neppure prese in considerazione, costituendo la potenziale occasione per incidenti di gravità anche superiore rispetto a quello di Chernobyl. Questo non avviene solo nei paesi meno sviluppati e nell’est europeo, ma anche in Europa e negli Stati Uniti che, dal punto di vista tecnologico, rappresentano una delle realtà fra le più avanzate al mondo. Diciamo pure che il problema è ovunque irrisolvibile, pensate che persino l’uranio usato nel 1942 da Enrico Fermi è ancora in attesa di una sistemazione finale. La “banda dell’atomo” (Berlusconi, Bush, Sarkozy e compagnia atomica) che, anche in Italia, sta tentando di riproporsi con la promessa di energia a buon mercato può solo fingere che i rifiuti radioattivi non esistano, poiché qualunque tentativo serio di smaltimento degli stessi, avrebbe dei costi esorbitanti (a fronte di ben scarsa resa) e li metterebbe inevitabilmente fuori dai giochi.

Il pericolo più grave, posto nell’immediato, è quello che alcune organizzazioni (molte delle quali private) fra quelle che gestiscono le centrali e il loro contenuto scelgano la strada più semplice e decidano di far “sparire” le proprie scorie, magari in fondo al mare o interrandole in vecchie cave e gallerie in disuso, confidando nel fatto che difficilmente un simile crimine ecologico verrebbe alla luce in tempi brevi. Il rapporto dell’Italia con le proprie scorie nucleari è esemplificativo. Nel nostro paese tutto ciò che oggi riguarda il nucleare fa capo alla Società Gestione Impianti Nucleari S.p.S. (SOGIN) istituita nel 1999, che ha incorporato tutte le stru t t u re e le competenze che prima appartenevano all’Enel nell’ambito del nucleare.

Presidente della SOGIN è il generale Carlo Jean che, nel febbraio 2003, ha così quantificato i rifiuti radioattivi presenti in Italia: circa 50.000 metri cubi (mc) di scorie radioattive a bassa e media radioattività, circa 8.000 mc di scorie radioattive ad alta radioattività, 62 tonnellate di combustibile irraggiato, oltre a ospedali, acciaierie, impianti petrolchimici e così via che producono circa 500 tonnellate di rifiuti radioattivi ogni anno. Dal 1989 in poi il cittadino italiano ha iniziato a pagare, attraverso un’addizionale sulle bollette Enel, i cosiddetti “oneri nucleari” destinati in un primo tempo a compensare l’Enel e le altre società collegate per le perdite conseguenti alla dismissione delle centrali. Dal 2001 fino al 2021 gli oneri sono stati destinati alla SOGIN e finalizzati alla messa in sicurezza degli 80.000 mc di scorie radioattivefrutto dell’attività nucleare. Alla data del 2021 i cittadini avranno pagato attraverso addizionalisulla bolletta Enel la cifra astronomica di11 miliardi di euro.

(TRATTO DA "SALE DEL MONDO" BLOGDI TISCALI.... linkdiretto http://blog.libero.it/joiyce/3226907.html )

1 commento:

  1. Pensavo anch'io che ,tolto il problema di smaltimento, di quantità di scorie radioattive(comunque enormemente ridotte coi reattori di 4° generazione) ,della tenutasiti di stoccaggio di quest'ultimee della fiducia nell'amministrazione e protezione dei reattori,il nucleare potesse esssere una alternativa...fino a quando non ho letto che fra appena 50 anni (ai ritmi attuali...figurarsi se la produzione diventasse di "massa" !!) l'uranio finirà !!!!
    Come mai le cose ci vengono dette solo a metà ?
    Come mai stà sempre a noi scoprire un qualche interesse dietro ogni cosa ?? Ai posteri....

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