È un problema di cui si è discusso molto negli ultimi mesi, a causa della legge sull'indulto approvata il 29 luglio 2006. Con questo non voglio schierarmi ne da una parte, ne dall'altra, ma ritengo opportuno fare un punto della situazione, riportando cifre e statistiche (degli ultimi anni) sulla situazione degli istitui carcerari italiani e, per l'appunto, dei carcerati. Cercando su internet con Google, di materiale se ne trova molto, anche se è difficile trovare cifre aggiornate ad oggi (le ufficiali più recenti sono datate 2004...), ed è difficile fare chiarezza su quest'indulto, da tanti non visto di buon occhio. La domande infine è un'altra. Per risolvere le difficili condizioni carcerarie italiane, può bastare un provvedimento del genere? O si tratta solo del solito "scarica-barile" italiano per non dover affrontare più seriamente il problema?
1. LA SITUAZIONE DELLE CARCERI AL 30 GIUGNO 2004 1.a I detenuti in Italia In questa data si trova l'ultimo documento ufficiale in merito. L'elaborazione dei dati del Ministero della Giustizia è stata redatta a cura di Maurizio Turco (già relatore del Parlamento europeo sui diritti dei detenuti nell'UE), ed è reperipile sul sito del Minister della Giustizia (www.giustizia.it) Secondo questo rapporto i detenuti in Italia (alla data indicata) risulterebbero 56.532, ma facendo un calcolo istituto per istituo, si ottiene un'altra cifra (56.440 detenuti di cui 2.660 donne e 53.780 uomini), che ci porta a chiedere dove siano i 92 detenuti mancanti. Le cifre da qui in poi sono quindi riferite al numero di detenuti risultanti (56.532) e non su quello dei detenuti effettivi. Di questi, 20.151 sono in attesa di giudizio (1.046 donne e 19.105 uomini), e gli altri 36.381 (1.614 donne e 34.767 uomini) hanno subito una condanna definita. 1.b Il sovraffollamento
I dati comprendono due parametri, la capienza regolamentare e i detenuti presenti. I posti disponibili (la capienza) sono 42.313, vi è quindi un indice di affollamento del 133,39% (101,64% per le donne e 135,48% per gli uomini). Dal punto di vista matematico risulterebbe quindi che per ogni 3 posti disponibili vi sono 4 detenuti presenti. La situazione reale non è però così, se si va ad analizzare nel dettaglio istituto per istituto. Iniziamo con l'indicare che in Italia esistono tre classi differenti di istitui carcerari: gli ospedali psichiatrici giudiziari; gli istituti e/o le sezioni maschili; gli istituti e/o le sezioni femminili. Analizziamo quindi i tre nel dettaglio. 1.c Gli ospedali psichiatrici giudiziari Vi sono 6 istituti e 8 sezioni, di cui 6 maschili e 2 femminili. Una delle due sezioni femminili è vuota, mentre l'altra contiene 79 detenute ed ha una capienza di 80. Per le sezioni maschili invece, 2 risultano in regola e 4 sono sovraffolate. Vi sono complessivamente 579 posti disponibili e 686 detenuti, con un indice di affolamento del 118,48%. Andando nel dettaglio la più affolata delle 4 ha un indice del 138,57%. 1.d Gli istituti e/o le sezioni maschili Sono 190 in tutto, e di questi 143 risultano sovraffollati, per un totale di 47.320 detenuti in condizioni non regolamentari su 53.780. In 15 istituti l'indice di affollamento supera il 200% (per ogni posto disponibile ci sono 2 detenuti), fino a raggiungere il massimo a Rovereto dove si ha un indice del 240%. 1.e Gli istituti e/o le sezioni femminili Sono 73 in tutto, e di questi 31 sono sovraffollati, per un totale di 1.523 detenute in condizioni non regolamentari su 2.660. Anche in questo caso vi sono 2 istituti in cui l'indice supera il 200%, ed in particolare a Forlì si raggiunge il 240%. 1.f Riepilogo Riepilogando in totale su 56.440 detenuti presenti nelle carceri italiane al 30 giugno 2004, 49.529 detenuti (pari all'87,76%) vivono in condizioni non regolamentari. 2. DATI AGGIUNTIVI DEL 2005 Andando a spulcare la rete si trova qualche altro dato in merito. La situazione è pressoché identica alla precedente, ma voglio aggiungere dei dati significativi riguardanti le celle degli istitui di detenzione italiani: - non ha doccia l'89,4% dei detenuti;
- non ha acqua calda il 69,31%;
- non ha il bidet il 60% delle detenute;
- il 12,8% dei detenuti vive in celle dove il bagno non è collocato in un vano separato, bensì vicino al letto;
- il 55,6% vive in carceri dove non sono consentiti colloqui in spazi all'aria aperta;
- il 29,3% non può accendere le luci all'interno della propria cella (gli interruttori sono situati all'esterno);
- il 7,69% vive in celle con schermature alle finestre che rendono insufficiente l'illuminazione naturale;
- il 18,4% vive in un ambiente costantemente illuminato;
- il 64,39% è ristretto in carceri dove non esiste la figura del mediatore culturale.
Sono 551 gli educatori, rispetto ai 1.376 previsti, con un rapporto educatore/detenuto pari a 1 a 107. Gli assistenti sociali sono 1.223, rispetto ai 1.630 previsti, con un rapporto 1 a 48. GLi psicologi sono 400, con presenza di poche ore al mese e rapporto di 1 a 148. Sono 21.422 i figli che hanno un genitore in carcere, e 44 le mamme che hanno con se in istituto il proprio bambino (da 0 a 3 anni, per un totale di 45 bambini), perlopiù sono donne immigrate o tossicodipendenti. Sono 14.595 i detenuti lavoranti, pari al 24,7%. La maggior pare è alle dipendenze dell'Amministrazione penitenziaria e viene occupata in servizi di istituto, manutenzione di fabbricati, lavorazioni varie e in colonie agricole. Sono 16.179 i consumatori di sostanze illegali e 1.525 i detenuti affetti da HIV.
3. MA QUANTO COSTA UN CARCERATO? Il costo medio giornaliero di un detenuto (secondo i dati del DAP) è di 131,67 euro contro i 76 euro degli Stati Uniti, pari quindi (con un breve calcolo) a più di 7 milioni dei euro giornalieri. A fronte di 43 mila unità di agenti di polizia penitenziaria, si conta un agente ogni 1,4 detenuti, contro una media europea di un agente ogni 3 detenuti, e quella americana di uno ogni 7. Vengono spesi 1.607 euro annui per l'assistenza sanitaria di ogni detenuto, contro i 1.557 euro destinati a ciascun cittadino libero. La spesa sanitaria giornaliera per ogni detenuto, in media, è quindi di 4,40 euro, irrisoria nei confronti dei 131,67 euro complessivi. La stato di salute dei detenuti è critico, il 13% ha uno stato di salute compromesso, di cui la tossicodipendenza è il problema più diffuso. La situazione di sovraffolamento è stata inoltre peggiorata dalla recente legge sulle droghe che equipara i consumatori di droghe leggere con gli spacciatori di droghe pesanti dal punto di vista delle pene. 4. INDULTO. UNA SOLUZIONE? Il 29 luglio 2006 l'indulto è divantato legge. 21.126 detenuti sono usciti dalle carceri, e rimangono ancora 37.620 dentro. Il totale è quindi sotto la capienza regolare. Di questi 609 sono ri-entrati in carcere (non facciamoci prendere dal panico, è un numero piccolo in confronto al totale). Prima di tutto cerchiamo di capire cos'è un indulto. 4.a Cos'è l'indulto L'indulto è un provvedimento di clemenza di carattere generale che non opera sul reato ma esclusivamente sulla pena. In parole povere, la fedina penale degli interessante rimane, ma è solo la pena che viene abbreviata o estinta. 4.b L'indulto del 29 luglio 2006 L'ultimo indulto condona le pene detentivo sino a tre anni e quelle pecunarie sino a 10 mila euro per tutti i reati commessi entro il 2 maggio 2006. Trova applicazione anche per i reati finanziari e per quelli contro la pubblica amministrazione e il voto di scambio mafioso. Il beneficio è revocato a chi avendone usufruito, commetta, entro 5 anni, un delitto non colposo al quale consegua una pena detentiva non inferiore a due anni. Senza pubblicare il testo integrale della legge (se lo volete cercate il disegno di legge n. 881 su google), in breve ecco a chi non si applica. Il provvedimento non si applica alle pene conseguentu la condanna per i seguenti reati: - associazione sovversiva;
- terrorismo ed eversione dell'ordine democratico;
- arruolamento con finalità di terrorismo nazionale e internazionale;
- addestramento per attività terroristiche;
- attentati terroristici o eversivi;
- atti di terrorismo con ordigni esplosivi;
- devastazione;
- saccheggio;
- strage;
- sequestro di persona a scopo di terrorismo o eversione o estorsione;
- banda armata;
- associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù;
- tratta di persone;
- acquisto e alienazione di schiavi;
- associazionismo di tipo mafioso;
- riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù;
- prostituzione minorile;
- pornografia minorile;
- detenzione di materiale pornografico; (ndr ???)
- iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile;
- violenza sessuale;
- atti sessuali con minorenni;
- corruzione di minorenne (ndr e di maggiorenne???)
- violenza sessuale di gruppo;
- usura e riciclaggio;
- produzione, traffico e detenzione di stupefacenti o sostanze psicotrope;
- reati per cui ricorre la circostanza aggravante del terrorismo o dell'eversione dell'ordine democratico;
- associazione mafiosa;
- reti punibili con pena diversa da quella dell'ergastolo commessi per finalità di discriminazione o di odio etnico, raziale, nazionale o religioso.

5. CONCLUSIONI Dopo questa marea di dati quello che mi chiedo è ancora la domanda iniziale. Di certo il problema di sovraffolamento momentaneamente è risolto, ma il mezzo è forse il più adatto? Ci si aspettava forse una vera e propria riforma di tutto il sistema, non un semplice provvedimento che nasconda il problema. Anche perchè il sovraffolamento non è l'unica questione da risolvere. Si pensi alla situazione sanitaria dei detenuti, o alla spesa statale per essi. Ma con questo non voglio dire che anche la tesi opposta (tolleranza zero) risolva il problema, anzi... Nessuna pensa che solo il 24,7% dei detenuti lavora. Non si potrebbe occuparli per diminuire almeno la spesa pubblica (non dico di renderli atuosufficienti, ma comunque abbassare i costi), e magari occuparli in quei lavori di ristrutturazione degli istituti stessi che arrecano la situazione di disagio che c'è ora? |
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