Ormai la primavera del preistorico 2007, resta l'albero maestro del nostro viaggio attraverso questa crisi, una crisi che nelle sue radici ricalca spesso e volentieri le origini della Grande Depressione, una depressione che sin da allora ho cercato di raccontarvi attraverso studi e ricerche che evidenziassero i sintomi di questa crisi.
In un precedente post dal titolo I_SINTOMI_DELLA_GRANDE_DEPRESSIONE:IL_PROTEZIONISMO! cercai di spiegare come per comprendere l’eccezionale gravità della Grande Depressione degli anni 30 vi sono due ipotesi diametralmente opposte; la prima, strettamente legata agli economisti più eminenti della scuola austriaca (Mises, Hayek), considera la Depressione come il prodotto inevitabile e disastroso delle conseguenze insostenibili e devastanti sull'economia e sul sistema finanziario provocate dagli eccessi finanziari e monetari che si sono verificati tra il 1927-29 mentre la seconda legata alla visione della ormai classica "Monetary History of the United States" di Milton Friedman ed Anna Schwartz, nella quale viene affermato categoricamente che né l' inflazione e nemmeno eccessi di moneta o di credito potevano aver causato il collasso economico avvenuto tra il 1929 ed il 1933, ma, partendo da tale tesi, per questi autori la causa principale della Grande Depressione è da ricercare negli errori politici fatti durante quegli anni e tra questi inevitabilmente furono ricomprese tutte quelle politiche di protezionismo e barriere doganali che contribuirono al prolungamento degli effetti depressivi del grande crollo di Wall Street.
Secondo questa scuola di pensiero, la crisi del ’29 fù aggravata anche dalla politica economica commerciale seguita dal governo degli Stati Uniti.
Ora in questa sede non voglio entrare in particolare nelle due opposte visioni ma cercare di evidenziare semai i germi di un possibile nuovo protezionismo.
In quel periodo con le esportazioni di capitali l’America aveva contribuito a mantenere in equilibrio la bilancia internazionale dei pagamenti e appena scoppiata la crisi iniziò il ritiro dei capitali a breve termine. Questa tendenza al ritiro dal mercato internazionale, fu rafforzata dalla politica doganale che gli Stati Uniti perseguirono con l’introduzione della famosa HAWLEY-SMOOT a partire dal giugno 1930 che fu duramente protezionistica e costituì un pericoloso precedente. Ciò che spinse molti paesi a scegliere la via dell’isolazionismo economico fu l’asprezza di quella crisi. ( fonte: “Le trasformazioni sociali” di Gabriele De Rosa )
In realtà oggi questa via, questa rotta sembrerebbe del tutto abbandonata ma come vedremo in un articolo di Mario Platero.....
" Sulla carta, al G20 tutti hanno solennemente detto di essere contro il protezionismo e di voler rilanciare Doha-ha detto- Bergsten_poi sono tornati a casa e la Russia e l'India hanno introdotto nuove tariffe, la Cina ha varato sussidi generici e ha difeso lo yuan debole, l'Europa e gli Stati Uniti si preparano a dare sussidi al settore auto. E Doha è morto" Sole24Ore
Forme di protezionismo morbide si legge nell'articolo, perfettamente legali accettate dal "WTO" ma secondo Monti il rischio concreto di una degenerazione protezionistica è fra noi con una serie di nazionalizzazioni parziali o totali, per ora del sistema finanziario, assicurativo e automobilistico, domani chissà. Sempre nello stesso articolo si evidenziano le ambiguità del futuro presidente americano con alcune sue posizioni potenzialmente protezionistiche manifestate in passato.
Il fallimento dei recenti accordi di Doha testimonia se mai ve ne fosse stato bisogno la difficoltà di un processo iniziato nel 2001 nella capitale del Qatar Doha appunto volto alla riduzione di tariffe e ostacoli doganali che impediscono il libero commercio di prodotti agricoli e industriali, un processo che mirava alla cancellazione delle barriere createsi in conseguenza della Grande Depressione.
La difficoltà di arrivare ad un accordo nel luglio di quest'anno è uno dei tanti possibili campanelli di allarme di questa crisi, la disponibilità dei paesi ricchi a ridurre i propri sussidi agricoli contro limpegno da parte dei paesi in via di sviluppo ad aprire il proprio mercato interno.
Al di là delle reali intenzioni non vi è alcun dubbio che la nemesi terribile di questa crisi porta con se comportamenti spesso inevitabili come ad esempio il salvataggio del sistema automobilistico (anche se dal WSJ scopriamo che...... General Motors Corp. has hired lawyers and bankers to consider whether to file for bankruptcy protection, said several people familiar with the matter.... segno della fine inevitabile di questo sistema), un sistema quello americano sostanzialmente fallito, comportamenti che sono in sintesi l'anticamera ad un sistema economico / finanziario dipendente in tutto e per tutto dallo stato e dalle politiche keynesiane, sistema che non può non creare tensioni commerciali globali. Secondo Bloomberg il salvataggio del sistema automobilistico è ancora in bilico.
Se c'è un aspetto positivo in questi ultimi giorni, ebbene questo è da riscontrarsi nella guerra in atto tra il parlamento e il dipartimento di Tesoro rappresentato da quel conflitto di interessi che corrisponde al nome di Paulson, 350 milioni di dollari senza alcun chiara strategia di intervento utilizzati, prima per comprare titoli tossici poi per ricapitalizzare le banche sino ad arrivare a negare il salvataggio del sistema automobilistico in quanto i restanti capitali devono andare ad esclusivo interesse del sistema finanziario.
Fondi per tutti senza alcuna garanzia di sostegno al sistema economico da parte delle banche, senza un minimo di trasparenza, sino a giungere al salvataggio di Citigroup via Rubin & Company, il tutto in nome di un presunto rischio sistemico che ha preso in ostaggio l'economia, AIG assicuratore per eccellenza era in realtà uno dei maggiori player di Wall Street, speculazione ad oltranza nulla di lontanamente paragonabile alla qualifica di assicuratore.
Nel frattempo il deficit fiscale americano esplode ed allora ecco che i geni e gli illuminati della Federal Reserve richiedono l'autorizzazione al Congresso per emettere loro stessi bond e obbligazioni un'esclusiva della storia, nell'ipotesi peggiore si stampa moneta a servizio del debito e il gioco è fatto. Incredibile semplicemente incredibile.
Lo statuto della Fed vieta esplicitamente l'emissione di strumenti del debito, come inoltre la Fed ha le mani legate nel poter aiutare direttamente gli stati americani attraverso l'acquisto di obbligazioni degli stessi stati e delle municipalità. Si una nemesi infinita una correlazione sistemica incredibile sino a raggiungere ogni angolo del sistema ora anche gli stati sono sull'orlo del fallimento, alcuni come il New Jersey sono già sostanzialmente in default.
Se poi osserviamo come sembra che Goldman Sachs uno dei primi cinque sottoscrittori di bond comunali raccomanda ai suoi clienti di scommettere attravreso i credit default swap contro il debito di 11 stati americani, New Jersey Wisconsin California e Florida in primis allora la situazione è inquietante assolutamente inquietante.
Secondo Paul Krugman recentissimo premio nobel per l'economia ....i semplici meccanismi per produrre un salvataggio dell'economia mondiale sono molto difficili da attuare il ritmo con cui le cose stanno peggiorando è cosi grande che è difficile trovare le misure per bloccare questa nemesi........sono molto preoccupato per come potrebbe essere il prossimo anno.
"The simple mechanics of producing a rescue for the world economy are very hard. The pace at which things are getting worse is so great that it's difficult to see how rescue measures can come,"
"Even with the best of understanding it can't come fast enough to prevent a great deal of damage... I'm very worried what next year will look like." REUTERS
Non c'è alcun dubbio caro Krugman anche i dati di oggi ci dicono che la disoccupazione sta terribilmente aumentando, 58.000 nuove richieste di disoccupazione il peggior dato da 26 anni, il precedente rilevamento rivisto di ulteriori 6000 richieste in più e la media a quattro settimane la cartina tornasole per eccellenza che aumenta a 540.500 unità con un più 14.250 nell'arco di una sola settimana!
Quale sarà il dato sulla disoccupazione di dicembre 600.000/800.000 lacrime di uomini e donne che perdono il loro lavoro, la loro dignità.....
Bank of America Corp., the third- largest US bank, said it plans to cut 30,000 to 35,000 positions over the next three years because of its acquisition of Merrill Lynch & Co. and the weak economic environment. (Bloomberg )
.......si 30.000 qua e 30.000 la, l'inevitabile conseguenza di una serie impressionante di aggregazioni che non troveranno facilmente soluzione nell'arco dei prossimi anni, questi posti di lavoro nel settore finanziario resteranno orfani di un sistema che impiegherà anni a produrre nuova occupazione.
Secondo gli ultimi dati rilasciati sul sito della Federal Reserve in relazione ai flussi monetari, il crollo dei mercati azionari e del valore delle abitazioni a sottratto circa 2810 miliardi di dollari alle famiglie americane nel corso del terzo trimestre 2008, la più imponente aspirazione di ricchezza della storia.
Da tempo sostengo che il reattore nucleare di questa crisi era ed è il mercato immobiliare e la sua dinamica dei prezzi, un mercato immobiliare in cui l'ideologia repubblicana non ha mai permesso alcun aiuto concreto e reale, come una moratoria dei mutui o la sospensione a tempo determinato delle foreclosure, troppe cose ho intravisto in questa crisi io uomo qualunque, solo e sempre osservando, studiando e ricercando. Le foreclosures nel mese di ottobre 2008 sono aumentate per l'ennesima volta e non poteva essere che cosi, la strada è ancora lunga molto più lunga di quanto chiunque di Voi si immagini, di quanto si immagini la superficilità del mercato.
Foreclosurepulse.com Hunt for True October Foreclosure Trend RealtyTrac U.S. Foreclosure Market Report
Da quando la SEC ha dato il via libera alla modifica alle regole contabili ecco che il puntualissimo FINANCIALTIMES ci racconta che la discarica del terzo livello contabile si sta riempiendo a pieno ritmo.US ‘problem assets’ hit $610bn
The biggest US financial institutions reported a sharp increase to $610bn in so-called hard-to-value assets during the third quarter, raising concerns about the hidden dangers on balance sheets.....qualche preoccupazione per pericoli nascosti in materia di bilancio non guasta.....
So-called level-three assets, classified as hard to value and hard to sell, rose 15.5 per cent from the second quarter, according to analysis by the Market, Credit and Risk Strategies group of Standard & Poor’s.
Level-three assets have risen all year for most banks as they have found it virtually impossible to sell mortgage-backed securities and collateralised debt obligations.
Per terzo livello si intende una valutazione contabile soggettiva di assets che il mercato non è in grado di prezzare e che nessuno è disposto ad acquistare......MBS & CDO.
Thank to WSJonline
Thanks to ECONOMPICDATA
Federal Reserve e America insieme, riusciranno i nostri eroi a far volare i tassi di interesse con conseguente aumento del costo del debito, emettendo a turno un'infinità di obbligazioni governative e federali?
A questo proposito ricordandovi una notizia pubblicata alcune settimane fa ecco un'altra sorpresa segnalatami dal mio caro Zio Barbero....
Crisi, anche i bond tedeschi in difficoltà - 11/12/2008
L’asta di ieri per le obbligazioni a due anni ha visto raggiungere solo per un soffio la quota di 7 miliardi di euro voluta dal governo di Berlino.
Gli investitori stanno cominciando ad evitare uno degli asset ritenuti più sicuri al mondo: i bond tedeschi. L'asta di ieri per le obbligazioni a due anni ha visto raggiungere solo per un soffio la quota di 7 miliardi di euro voluta dal governo di Berlino. Una novità assoluta per i mercati finanziari. ( VALORI.it )
Ora cercherò di essere il più chiaro possibile, a breve e forse medio termine ogni sussurro dei mercati urla deflazione in America ( dato un'occhiata al CRB Index e ditemi se esiste anche solo una possibilità di inflazione) dalle materie prime all'immobiliare dai prezzi all'ingrosso e al dettaglio ( e badate bene non si tratta solo del crollo del petrolio ) ai valori azionari, quindi di iperinflazione nemmeno l'ombra e per quanto qualcuno si sforzi di allontanare il fantasma della Grande Deflazione giapponese probabilmente è li che siamo diretti per quanto le banche centrali cerchino di fare il possibile per inflazionare ogni filo d'erba. Meno 6,7 % i prezzi all'import di oggi ed è stato rivista la percentuale di ottobre a meno 5,4 % depurata dall'energia siamo sempre ad un discreto 1,8 % e sono curioso di vedere la prossima tornata sui prezzi al consumo.
Le stesse sperimentazioni " quantitative easing " della Banca centrale giapponese non riuscirono a risvegliare l'inflazione, la Federal Reserve da alcune settimane ha come abbiamo già visto messo in opera la stessa strategia evidenziata dal grafico qui sotto proveniente dalla Fed di Saint Louis dove vedrete evidenziata inoltre la zona relativa alla recessione in corso......
Da alcune settimane la Federal Reserve remunera i depositi in eccesso a riserve del sistema finanziario americano ecco come si cerca di far crollare il tasso euribor e libor, allontanando le istituzioni finanziarie dal mercato interbancario, perchè fare prestiti con il rischio di un possibile default quando la Fed è disponibile a remunerare le riserve in eccesso anche a tassi vantaggiosi.......
Il crollo dei valori immobiliari e delle materie prime procede a ritmi superiori alla capacità di inflazionare l'economia da parte delle banche centrali e l'roro in fondo è moneta, denaro e in una deflazione il denaro aumenta il suo valore in termini reali. Nessuna indicazione solo considerazioni ad alta voce.
Comunque sia solo il tempo dirà dove ci porterà questa soluzione atomica, se verso un periodo di iperinflazione o più probabilmente ci accompagnerà verso un nuovo lustro o decennio perduto di memoria giapponese.
Concludo ricordando a coloro che credono alle favole che come da tempo osservo all'orizzonte non si intravede alcun rally degno di nome, ne presidenziale come abbiamo già visto, ne tantomeno natalizio o di fine anno, in attesa del nuovo obiettivo di medio termine o forse chissà di breve dello S&P500 ovvero come più volte sottolineato quota 600 una tappa intermedia all'interno di un secular bear market da osservare dalla riva del fiume.
(ICEBERGFINANZA)
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